Elettrosmog

Si riporta un articolo della ARPA Bologna.

 

Onda su onda: electro-surf o electro-smog?
Pubblichiamo il resoconto dell´iniziativa “Onda su onda: electro-surf o electro-smog?”, inserito all’interno di “ISA topic 2012 che ha visto anche la partecipazione dei tecnici Arpa.
(07/01/2013) 
Tra le iniziative di comunicazione ambientale dell’anno 2012, riteniamo di segnalare l’incontro dal titolo “Onda su onda: electro-surf o electro-smog?”, inserito all’interno di “ISA topic 2012”, promosso dall’Istituto Studi Avanzati (ISA) dell’Alma Mater Studiorum, Università di Bologna, che ha visto anche la partecipazione dei tecnici Arpa.
L’iniziativa aveva lo scopo di sensibilizzare ed informare particolarmente i giovani sul tema del monitoraggio ambientale e delle emissioni di campo elettromagnetico provenienti non solo dalle antenne per telefonia, ma soprattutto dai dispositivi di uso quotidiano come telefoni cellulari, e apparecchi wi-fi.Infatti, al giorno d’oggi, i giovani sono attratti da prestazioni sempre maggiori nel campo della telefonia mobile e delle sue evoluzioni (si pensi per esempio agli apparecchi di ultima generazioni quali i tablet o gli smartphone), senza valutare se questa crescente esposizione ai campi elettromagnetici può essere dannosa alla fisiologia degli esseri viventi.
Questa tematica è stata affrontata e dibattuta, nel corso della giornata, insieme ad altri quesiti di interesse attuale:
- I diversi modelli di cellulari emettono uguale potenza?- I cellulari in stand-by emettono radiazioni, e con quale potenza?- E’ meglio il bluetooth o l’auricolare?- Quali regole adottare per assorbire meno radiazioni?- E’ vero che i limiti italiani sono più restrittivi di quelli Europei?
A queste e ad altre domande hanno risposto anche i tecnici di Arpa Bologna: Giuseppe Anania, Daniele Bontempelli, Gianni Marchesini e Sandra Baldassini, durante l’incontro tenutosi con gli studenti di alcune classi di scuole superiori bolognesi, dove, dopo una panoramica sulle onde elettromagnetiche e sulle unità di misura, sono state illustrate le caratteristiche di emissione di antenne,  cellulari e le modalità di monitoraggio sul territorio cittadino.L’interesse da parte dei giovani durante l’incontro è stato elevato e la curiosità è aumentata quando, utilizzando la strumentazione fornita da Arpa, sono state eseguite misurazioni, (puramente indicative), di intensità di campo elettrico direttamente sui telefonini dei ragazzi.
Per maggiori dettagli sull’iniziativa e una sintesi delle risposte ai temi trattati si rimanda al link sottostante:
http://campimagnetici2012.wordpress.com/giornata-electro-surf/?

Giornata Electro-Surf
Dopo l’incontro “Onda su onda: eletro-surf o electro-smog?” forse i ragazzi intervenuti hanno imparato qualche semplice trucco per “surfare” sulle radiazioni elettromagnetiche anziché rimanerne passivamente avvolti come in una sorta di oscuro “elettrosmog”. Il titolo dell’incontro infatti voleva fare riferimento proprio ai diversi atteggiamenti nell’approccio delle nuove tecnologie: essere utilizzatori distratti e passivi, con il dubbio che occasionalmente  si insinua sui possibili effetti nocivi per la salute,  oppure cercare di essere conoscitori delle problematiche ed utilizzatori attenti a minimizzare i rischi cogliendone i benefici.
Per avere il secondo approccio occorre acquisire informazioni. Sul web si trovano tantissime  informazioni, spesso contraddittorie, ed a volte anche false (come la famosa “bufala” dei cellulari usati per fare i popcorn o per cuocere l’uovo). L’incontro con esperti dell’ARPA e di Elettra200  è stata un’occasione per acquisire informazioni direttamente da operatori sul campo.  Anche se la mattinata era rivolta principalmente a classi di studenti della scuole superiori, anche alcuni  gruppi di cittadini i hanno partecipato con attenzione ed interesse.
Dopo una veloce panoramica teorica sulle onde elettromagnetiche e sulle unità di misura, gli esperti dell’ARPA (i dott.D. Bontempelli, G. Anania, R. Zuin) si sono soffermati sulle emissioni di antenne e cellulari  e sulle modalità delle attività di monitoraggio sul territorio cittadino. Si è anche accennato alla normativa di vari paesi e si è discusso il senso e l’arbitrarietà con cui ogni paese li ha scelti. La Dott.ssa Valbonesi di Elettra 2000 ha illustrato il concetto di SAR (specific energy absorption rate), l’unità di misura utilizzata per misurare la quantità di energia assorbita,  e la complessità della sua misurazione.  La SAR infatti varia a seconda delle caratteristiche del tessuto biologico, del suo contenuto di acqua, della forma e della dimensione dell’organismo e spesso è necessario ricorrere a simulazioni per giungere a valutazioni.
La normativa vieta di immettere sul mercato cellulari con una SAR maggiore di 2 watt/kg ed il costruttore è tenuto a specificare la SAR del modello in vendita.
Durante l’incontro sono state fatte misurazioni in diretta delle emissioni di diversi modelli di cellulari, sia in chiamata che in stand-by ed in conversazione e di un’antenna wifi, sia in stand-by che mentre vengono scaricati dei documenti.
Sono state fatte le seguenti osservazioni:
-  il massimo picco di emissioni si registra nel momento della chiamata, mentre il telefono “cerca” il contatto.
- le emissioni del cellulare sono maggiori quando il telefona si trova in un luogo chiuso dove c’è poco segnale (“poche tacche” visualizzate)
- tra tipi diversi di cellulari si è misurata una differenza fino a dieci volte: il picco era 3 V/m per alcuni modelli ed arrivava fino a 35v/m per altri modelli.
- l’emissione di un’antenna wifi  diminuisce grandemente man mano che ci si allontana da essa, nel caso della misurazione effettuata a pochi cm si è rilevata una emissione di circa 6v/m che a  qualche metro di distanza diventava trascurabile.
- durante lo scaricamento di un documento, l’emissione dall’antenna wifi aumenta significativamente.
A partire da queste osservazioni i ragazzi presenti hanno riflettuto sulla posizione del wifi nelle loro abitazioni, sulle emissioni del proprio cellulare ecc. Ci si è resi conto che bastano piccole accortezze per ridurre moltissimo l’esposizione alla radiazioni senza rinunciare a nessuna tecnologia: usare gli auricolari, non avvicinare il cellulare all’ orecchio mentre il telefono sta cercando la linea , preferire luoghi con molto segnale per telefonare,  posizionare il wifi in casa in luoghi distanti dalle abituali postazioni di studio/lavoro (o anche sopra ad un armadio o a mensole alte), non mettersi vicini ad un wifi mentre sta scaricando un documento dalla rete. Come promemoria è stato è istribuito un segnalibro con indicazione di piccole “regole” per un corretto uso del telefono cellulare.
Brunella Del Re
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Presentazione di Simona Valbonesi:
I campi a radiofrequenza
I campi a radiofrequenza come quelli emessi da telefoni cellulari e stazioni radiobase fanno parte delle radiazioni non ionizzanti o NIR.
Questo significa che non hanno sufficiente energia per rompere i legami molecolari e produrre ionizzazione nella materia biologica
Ionizzare un atomo un atomo significa strappare uno o più elettroni dalla loro orbita intorno al nucleo: l’atomo non è più “neutro” ma diventa carico positivamente  e si chiama “ione”. Il comportamento chimico dello ione è diverso da quello di un atomo neutro e produce alterazioni all’interno del materiale (ad es. una cellula) di cui lo ione stesso fa parte.
Tutto questo NON avviene per i campi elettromagnetici alle frequenze utilizzate da:
–Telefoni cellulari
–Stazioni radiobase
–Antenne radiotelevisive
–Apparati per diffusione di segnali wireless
Interazioni campi RF – sistemi biologici
Le interazioni tra campi elettromagnetici e sistemi biologici sono per lo più di natura termica
I campi elettromagnetici, penetrano all’interno della materia biologica rilasciando energia sottoforma di calore
Minore è la frequenza del campo incidente, maggiore sarà la penetrazione all’interno dell’organismo

Il SAR – Definizione
Il SAR può essere definito in quattro modi diversi, a seconda della grandezza fisica a cui si fa riferimento
Le quattro definizioni sono equivalenti
Vengono utilizzate in contesti diversi a seconda della tipologia e della metodologia di indagine effettuata
Il SAR – Specific Absorption Rate
Il SAR rappresenta l’energia assorbita per unità di massa, si misura in W/kg
Può essere riferito ad un volume di tessuto, al corpo intero, oppure ad un singolo punto
È una grandezza dosimetrica
Può essere utilizzato per confrontare effetti biologici a diversi livelli di esposizione
Non può essere misurato per via diretta ma viene dedotto attraverso calcolo numerico applicato ad altre grandezze, le cosiddette grandezze fisiche, direttamente misurabili
Dipende fortemente dalle caratteristiche, elettriche e biologiche, del corpo esposto
Il SAR ha un senso immediato in caso di effetti termici
Conserva un suo valore anche a livello subtermico essendo comunque legato al valore del campo elettrico interno
La conoscenza del SAR permette di avere una informazione dettagliata sulla disposizione spaziale di energia assorbita dall’organismo esposto e, di conseguenza una stima dell’entità e della natura del potenziale danno agli organi.
Parametri rilevanti:
σ è la conducibilità del tessuto corporeo (in S/m)
ρ è la densità tissutale (in Kg/m3)
σ varia al variare della frequenza del campo incidente e del tipo di tessuto, in funzione della quantità di acqua in esso contenuto
ρ varia al variare della tipologia di tessuto (architettura cellulare, tipo di cellule, ecc..)

Come viene misurato il SAR
Il SAR può essere valutato attraverso complessi calcoli numericiloppure misurato, tramite valutazione di altri parametri, quali la temperatura interna di un organo su fantocci antropomorfi
Le caratteristiche dei fantocci antropomorfi vengono stabilite dal CENELEC (in un documento specifico CD 106/24)
Le formule dei composti che simulano i tessuti ad alto contenuto idrico (muscoli, cervello e viscere)sono essenzialmente basati su miscele di gel e soluzioni saline
Il comportamento dello strato di pelle e del tessuto adiposo sottocutaneo viene emulato tramite fibre di vetro


Differenza tra SAR e V/m
Il V/m è l’unità di misura del campo elettrico
È una grandezza fisica
Può essere misurata direttamente tramite opportuna strumentazione
Da informazioni riguardo ai livelli di campo elettrico presenti in un intorno della sonda, non all’interno del corpo umano
È molto facile da misurare
Il SAR rappresenta la quantità di energia per unità di massa prodotta come effetto dell’interazione tra campo elettromagnetico e organismo vivente
È una quantità dosimetrica
Non è misurabile in maniera diretta ma deve essere calcolata a partire da altre grandezze misurabili
È legata alle caratteristiche  dell’organismo vivente specifico
È molto difficile da calcolare
A parità di frequenza del campo incidente il SAR può subire variazioni legate alla dimensione dell’organismo (risonanza del SAR)
Le emissioni dei cellulari
 Tutti i telefoni cellulari, nel corso della chiamata, emettono campi elettromagnetici a radiofrequenza
La potenza, e quindi l’esposizione è massima quando il terminale aggancia la stazione radiobase e durante la conversazione
Le emissioni sono invece minime, addirittura irrilevanti, quando l’apparato si trova in stand by
Le emissioni non saranno nulle nemmeno durante lo stand by in quanto il telefono periodicamente manda segnali, brevissimi alla stazione radiobase
Tali segnali permettono di identificare la posizione geografica del telefono
Se la qualità del collegamento è buona, o la stazione radiobase è vicina il telefono cellulare ha bisogno di meno potenza per raggiungere la stazione radiobase, quindi l’esposizione sarà minore rispetto al caso in cui il collegamento risulti più difficoltoso.
Ma non dipende solo dal cellulare
 Il SAR emesso da un terminale mobile non dipende solo ed esclusivamente dal modello di telefono acquistato
Molto dipende anche da come il terminale mobile si accoppia alla testa
Dipende quindi dal modo in cui viene tenuto il cellulare da parte di chi l’utilizza
Dipende dalla forma geometrica del cranio
I produttori di telefonini, quando effettuano la valutazione del SAR relativo ai singoli terminali mobili si mettono sempre nel caso peggiore, proprio per assicurare e garantire che in nessuna situazione il valore di 2 W/kg venga superato.
Facciamo una classifica
I SAR dei vari telefonini possono essere trovati facendo ricerche in internet

oppure consultando il sito  http://www.ewg.org/cellphone-radiation
Guardare il SAR prima dell’acquisto di un telefono cellulare è una buona abitudine!
Dispositivi di protezione
 La potenza, e quindi l’esposizione, diminuisce rapidamente man mano che ci si allontana dall’apparato emittente
Nel fact sheet 193 dell’OMS “campi elettromagnetici e salute pubblica: telefoni cellulari”, viene consigliato di tenere il telefono ad una distanza di circa 30-40 cm dal corpo per limitare l’esposizione, questo può essere fatto utilizzando
l’auricolare

un dispositivo blutooth

un sistema viva voce
Meglio l’auricolare o il Blutooth?
 Uno studio specifico portato avanti dall’Ufficio Federale di Salute Svizzero ha messo in evidenza che:
L’uso dell’auricolare diminuisce il valore del SAR di 8-20 volte rispetto al cellulare appoggiato direttamente all’orecchio, ma il telefono rimane in ogni caso a contatto con il corpo, anche se non direttamente con la testa
L’utilizzo del Blutooth permette di tenere il telefono a grande distanza dal corpo (anche due metri), emette un campo a radiofrequenza il cui SAR è dell’ordine di 0.1 W/kg, inferiore di un fattore variabile da 4 a 10 rispetto al SAR del cellulare
Quali regole adottare per limitare l’esposizione?
 Più che di regole si tratta di raccomandazioni finalizzate a minimizzare l’esposizione.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità, nella revisione del Fact Sheet 193, operata subito dopo l’uscita dei risultati del programma di ricerca Interphone e la classificazione dei campi a radiofrequenza nel gruppo 2B (possibilmente cancerogeni) da parte della IARC, ha suggerito di adottare una serie di piccole precauzioni.
Tali precauzioni sono state condivise a livello di Comunità Europea e sono ormai diventate patrimonio di molti Stati membri
A livello di Comunità Europea la Risoluzione 1815 del 2011 indica una serie di accorgimenti da tenere in considerazione a livello politico da parte degli amministratori nelle attività di governo dei vari paesi
Vengono di seguito riportate le raccomandazioni suggerite dall’OMS per una minimizzazione della esposizione ai campi generati dai telefoni cellulari. Questo set di regole può essere così riassunto:
Tenere il telefono cellulare ad una distanza di almeno 30 – 40 cm dal corpo
Preferire l’utilizzo di messaggi di testo alla telefonata vera e propria
Utilizzare dispositivi auricolari o viva voce
Effettuare le chiamate in zone caratterizzate da buona ricezione in modo da diminuire l’esposizione e permettere al telefono di trasmettere con minor potenza
Evitare l’acquisto dei tanti dispositivi commerciali pubblicizzati come in grado di ridurre l’esposizione in quanto si sono rivelati inefficaci.
A queste raccomandazioni se ne possono aggiungere altre
Dettate più dal buon senso che dalla esperienza scientifica ma pur sempre valide….
Non fare utilizzare il telefono cellulare ai bambini, il loro organismo in via di sviluppo potrebbe essere più sensibile ai campi elettromagnetici, inoltre ancora non ci sono riferimenti consistenti in letteratura scientifica riguardo agli effetti sui bambini
Non usare il telefono in auto
Non usare il telefono in motorino; statistiche recentemente pubblicate mostrano un aumento preoccupante degli incidenti soprattutto tra i giovani causati dall’uso del cellulare in motorino
Usatelo preferibilmente all’aperto dove il segnale è migliore
Non tenetelo nella tasca dei pantaloni. Alcuni studi infatti mostrano un aumento della temperatura a livello delle gonadi per esposizione ai campi elettromagnetici
A questo si aggiunge …
 A questo aggiungo un piccolo consiglio ai ragazzi, non tenete mai il cellulare sotto il cuscino.
Questo non per motivi legati ad eventuali patologie legate alla esposizione ai campi generati dai telefoni cellulari, ma in quanto studi effettuati hanno messo in evidenza piccole variazioni nel tracciato dell’EEG in condizioni di esposizione con dipendenza dal SAR, una latenza nell’arrivo del sonno ed una riduzione della durata percentuale della fase REM, associata ad esposizione a segnali GSM con esclusivo riferimento alle condizioni talk mode
Pertanto tenere il telefono sotto il cuscino è sicuramente una cattiva abitudine da eliminare, non solo per motivi legati alla esposizione, ma soprattutto per la qualità del riposo!!!