FDM
FDM CCITT
Formazione di gruppi fondamentali
Gruppo primario
Gruppo secondario
Gruppo terziario
Interbanda = 8 KHz
Gruppo quaternario
Interbanda = 88 KHz
Gruppo pseudo-quaternario
Interbanda 8 KHz
Sistema a modulazione diretta
Gruppo primario
Si modula ciascun canale su frequenze vettrici distanti di 4 KHz: 64, 68, 72, 76, 80, 84, 88, 92, 96, 100, 104, 108. La modulazione è LSB. I BPF sono centrati sulle bande inferiori.
Sistema a modulazione diretta
Gruppo secondario
Si modulano cinque gruppi primari. Le frequenze vettrici sono distanti di 48 KHz: 420, 468, 516, 564, 612. La modulazione è LSB. I BPF di ingresso, lato trasmissione, e di uscita, lato ricezione, sono centrati sulle rispettive bande; quelli posti dopo i modulatori, in trasmissione, e prima dei demodulatori, in ricezione, sono centrati sulle bande inferiori.
Sistema a modulazione diretta
Gruppo terziario
Si modulano cinque gruppi secondari. Le frequenze vettrici sono distanti di 240 + 8 KHz: 1364, 1612, 1860, 2108, 2356. Gli 8 KHz costituiscono un’interbanda necessaria per filtrare meglio alle alte frequenze. La modulazione è LSB. I BPF di ingresso, lato trasmissione, e di uscita, lato ricezione, sono centrati sulle rispettive bande; quelli posti dopo i modulatori, in trasmissione, e prima dei demodulatori, in ricezione, sono centrati sulle bande inferiori.
Sistema a modulazione diretta
Gruppo quaternario
Si modulano tre gruppi terziari. Le frequenze vettrici sono distanti di 1232 + 88 KHz: 10560, 11880, 13200. Gli 88 KHz costituiscono un’interbanda necessaria per filtrare meglio alle alte frequenze. La modulazione è LSB. I BPF di ingresso, lato trasmissione, e di uscita, lato ricezione, sono centrati sulle rispettive bande; quelli posti dopo i modulatori, in trasmissione, e prima dei demodulatori, in ricezione, sono centrati sulle bande inferiori.
Sistema a modulazione diretta
Gruppo pseudo-quaternario
Si modulano quindici gruppi secondari. Le frequenze vettrici sono distanti di 240 + 8 KHz: 560, 808, 1056, 1304, 1552, 1800, 2048, 2296, 2544, 2792, 3040, 3288, 3536, 3784, 4032. Gli 8 KHz costituiscono un’interbanda necessaria per filtrare meglio alle alte frequenze. La modulazione è LSB. I BPF di ingresso, lato trasmissione, e di uscita, lato ricezione, sono centrati sulle rispettive bande; quelli posti dopo i modulatori, in trasmissione, e prima dei demodulatori, in ricezione, sono centrati sulle bande inferiori.
Sistema a doppia modulazione
Il metodo si basa sulla suddivisione dei dodici canali di un gruppo primario in tre gruppi da quattro canali.
Successivamente si modulano i tre gruppi.
Si modulano quattro canali di base. Le frequenze vettrici sono distanti di 4 KHz: 8, 12, 16, 20.
Si modulano i tre gruppi formati, in modo da dislocarli sempre tra 60 e 108 MHz, su nuove frequenze vettrici, distanti di 16 KHz: 84, 100, 116.
La prima modulazione è USB, la seconda LSB.
Sistema a premodulazione
Si premodulano i dodici canali di un gruppo primario con un’unica frequenza vettrice a 24 KHZ. La modulazione è USB. Quindi, si modulano i 12 canali così ottenuti con 12 frequenze vettrici distanti di 4 KHz: 88, 92, 96, 100, 104, 108, 112, 116, 120, 124, 128, 132. La modulazione è LSB.
Sintesi di frequenza
Nella tecnica FDM, per ottenere più frequenze vettrici, si ricorre a oscillatori quarzati, per mantenere la stabilità richiesta. Per diminuire i costi, si utilizzano circuiti sintetizzatori di frequenza, che permettono di ottenere più frequenze di uscita mediante un solo oscillatore quarzato.
Il metodo consiste nell’inserire un divisore di frequenza, con fattore di divisione variabile.
Si utilizza un circuito PLL che mantiene agganciata la frequenza generata da un VCO.
Un oscillatore al quarzo genera un segnale a frequenza frif
Il segnale d’uscita fo, generato tramite un VCO (Voltage Controlled Oscillator), viene miscelato con un segnale a frequenza fissa floc.
Il segnale differenza fo-floc in uscita, viene inserito in un divisore, ottenendo (fo-floc)/n.
Questo segnale viene comparato in fase con quello di riferimento.
Se c’è una differenza, il segnale di errore, ottenuto in uscita dal BPF come tensione continua, va a pilotare i diodi varicap del circuito risonante del VCO, riportando la frequenza del segnale di uscita al suo giusto valore.
Impostando i valori binari opportuni negli ingressi di selezione DCBA del divisore, si possono ottenere, sulle uscite, diversi valori di frequenza multipli della frequenza di riferimento.